domenica 15 marzo 2015

La complessità dei sistemi informativi - parte 1

Se ricercate su Google complessità sistemi informativi trovate ca. 1 milione di risultati (e solo in italiano).

Da una ricerca effettuata congiuntamente da SDA Bocconi e SAP sulle PMI emerge che ll 42% delle aziende coinvolte nello studio ha dichiarato di aver avviato nel 2012 o di prevedere per il 2013 interventi sui sistemi informativi, mentre il 45% lo ha fatto sui processi aziendali al fine di  governare la complessità che le PMI dinamiche ed in crescita si trovano a dover fronteggiare.

Più rari gli studi sulle intrinseca complessità dei sistemi informativi e di come questa intrinseca complessità può influire (negativamente) sulla capacità di governare la complessità aziendale.

Dedico una serie di articoletti alla complessità dei sistemi informativi, di come, mediante una tecnologia innovativa adeguata, possa essere misurata e governata.


Il sistema informativo può essere assimilato a un’enorme e dinamica rete, composta da nodi e collegamenti il cui  numero di collegamenti fra i nodi (applicazioni, dati, informazioni, tecnologie, persone) stanno aumentando velocemente, così come il numero di nodi stessi. La sua caratteristica è che:
·       i nodi possono avere dei comportamenti che, non sempre, sono razionali e prevedibili  in quanto i collegamenti tra gli stessi nodi possono essere “sporchi” ovvero nascondere dell’incertezza e dell’imprevedibilità;
·       la quantità globale di incertezza, nel tempo, può soltanto  aumentare se non opportunamente gestita e governata;
·       nuovi collegamenti sono creati così come  molti altri vengono distrutti in relazioni alla nuove necessità business e ai continui e sistematici adeguamenti richiesti.

Questo processo è inevitabile.

Se da un lato il progressivo e veloce impiego della tecnologia permette alle aziende di affrontare sfide via via sempre più pressanti, in cui i sistemi informativi hanno e avranno un ruolo chiave e abilitante, dall’altro hanno generato una rete sempre più complessa da gestire e governare. Infatti, per rispondere in tempi “sempre più contenuti” alle nuove esigenze della propria utenza, ma ancora troppo lunghi rispetto ai cambiamenti imposti dal business e alle aspettative dell’utente stesso, i sistemi informativi, si trovano a dover convivere con situazioni tra di esse in perenne e forte conflitto in cui:

·       da un lato si devono adottare soluzioni che semplificano le modalità operative degli utilizzatori finali e che siano in grado di rispondere immediatamente, anche se non completamente, alle richieste espresse dal business privilegiando il “time to market”;
·       dall’altro la continua  ricerca di soluzioni, strumenti e metodi che semplificano la gestione e la  governabilità dei sistemi informatici e che, nel contempo siano sempre più  flessibili e agili al fine di migliore non solo il “time to market” ma anche l’efficienza e l’efficacia.

Malgrado gli ingenti sforzi, il risultato è che la maggior parte delle applicazioni, anche le più recenti e quelle dette parametrizzabili (tra le quali troviamo importanti soluzioni ERP, PLM, …), che dovrebbero in teoria essere più veloci da implementare, già a partire dalla loro messa in linea, iniziano un inesorabile continuo e sistematico processo di adeguamento evolutivo e manutentivo (nuove funzioni, nuovi report, altro …). Inoltre, la considerevole rapidità con cui si susseguono i cambiamenti nei processi produttivi e in quelli decisioni e, in quest’ultimo periodo, l’incertezza e l’imprevedibilità con cui avvengono le richieste di cambiamento non hanno fatto altro che metterne in evidenza quanto i Sistemi Informativi siano e stiano diventando sempre più critici e fragili per il funzionamento e il business dell’azienda.

Questo ha prodotto un processo di stratificazioni che si protrae da moltissimo tempo, in cui convivono sistemi eterogenei basati su diverse tecnologie il che ha reso il sistema informativo non solo complesso ma anche complicato.
A che conduce tutto ciò?

A dei sistemi informativi sempre più interconnessi, imprevedibili nei loro comportamenti, e meno robusti in cui l'unica costante è il tasso di crescita della complessità che sta velocemente aumentando.  Le conseguenze del non governo della complessità è che i sistemi informativi e quindi le aziende potrebbero diventare significativamente più fragili. Fragilità che si traduce in costi di gestione rilevanti, in inefficienze, in un scarso controllo dei fornitori, in una bassa qualità percepita dall’utente e una minor capacità competitiva.

È facilmente comprensibile quanto sia preferibile avere, in ambienti imprevedibili, discontinui e in rapida evoluzione, un sistema informativo:
·       che sia il più possibile semplice, a parità di funzionalità e di prestazioni erogate;
·       e che sappia bilanciare opportunamente le due prospettive di semplificazione da parte del “cliente” e del “fornitore”.

E’ necessario quindi che la complessità sia isolata, messa in evidenza e oggettivamente misurata al fine di poterla gestire e governare e che la stessa assuma e abbia la stessa valenza delle altre metriche oggi un uso quale quella dei costi, dei benefici, della qualità, dei punti funzioni e di altre ancora.